Basta un videogioco per far salire (ancora) la tensione tra Cina e Taiwan
"Comunisti cattivi" e "app sovversive": le nuove frontiere dello scontro
Basta poco, pochissimo per far scoppiare un caso, l’ennesimo, tra Cina e Taiwan: ora è sufficiente un videogioco. La polizia di Hong Kong ha deciso di denunciare Reversed Front: Bonfire. Perché? Semplicissimo: il videogioco chiede di guidare la rivolta contro la Cina e di giurare fedeltà a Taiwan, garantendo però (anche) la possibilità di schierarsi al servizio di Hong Kong o del Tibet. Non basta l’ambientazione nel (solito) universo alternativo, la polemica si sviluppa qui nel mondo vero, reale. E promette di far saltare i nervi, ancora una volta, tra Pechino e Taipei.
“Comunisti cattivi”
Il videogioco si presenta come “un’opera di non fiction” e rivendica che “qualsiasi somiglianza con agenzie, politiche o gruppi etnici reali della Repubblica popolare cinese è intenzionale”. I comunisti sono i “cattivi” del gioco anche se al giocatore è concesso pure di porsi alla loro guida. Ma è chiaro che siano loro i bersagli della critica videoludica dal momento che, come rileva chi ha analizzato l’app, i comunisti verrebbero presentati come corrotti, crudeli e cattivi. Insomma, un ritratto ben poco lusinghiero che per le autorità locali e centrali ha il sapore di un’eversione bella e buona.
L’avviso della polizia
La polizia di Hong Kong, nei giorni scorsi, ha emesso un comunicato chiarissimo avvisando i cittadini a non scaricare l’app che è stata “pubblicata sotto le mentite spoglie di un gioco con l’obiettivo di promuovere programmi secessionisti come l’indipendenza di Taiwan”. Ma non è tutto: “Il videogioco ha l’intento di fomentare odio verso le autorità centrali e il governo della Regione Amministrativa Speciale di Hong Kong”. Chiarissime le conseguenze per chi scarichi l’applicazione: “Chiunque pubblichi consapevolmente l’applicazione o contenuti correlati, inclusa la condivisione o la raccomandazione dell’applicazione ad altri tramite Internet, può commettere il reato di incitamento alla secessione ai sensi dell’Articolo 21 e il reato di incitamento alla sovversione ai sensi dell’Articolo 23 della Legge sulla Sicurezza Nazionale di Hong Kong, nonché reati connessi a intenzioni sediziose ai sensi dell’Articolo 24 dell’Ordinanza sulla Salvaguardia della Sicurezza Nazionale”. Altro che gioco, qui si fa sul serio.
L’app non c’è più
Reversed Front: Bonfire non sarebbe più disponibile nei Google e sugli Apple Store. I media cinesi, come il South Morning China, hanno chiesto lumi, finora non ottenendoli, dalle due multinazionali. La questione però è molto più seria di così. Un videogioco getta benzina sul fuoco incandescente che brucia tra Cina e Taiwan. Pechino, che continua a perseguire la politica dell’unica Cina ritenendo che il ritorno della provincia “ribelle” sia affare interno e solo tale e Taipei che coltiva una strategia del riccio per conservare la sua indipendenza dal Dragone. Lo scontro è totale e passa, oggi più che mai, anche dai videogiochi.
Torna alle notizie in home