Leone XIV: “Disarmare le parole” e la sfida sociale dell’Intelligenza Artificiale
Una comunicazione pacifica e un uso responsabile delle parole (e della tecnologia).
Con appelli alla pace e alla responsabilità, Papa Leo ne XIV, ieri mattina alle ore 11, ha incontrato nella sala Nervi i giornalisti e gli operatori di tutto il mondo per la prima udienza del suo pontificato con imedia. “Siate operatori di pace” ha esordito
il Pontefice. La pace comincia da noi, da come guardiamo e ascoltiamo gli altri, da come parliamo degli altri. Il modo in cui comunichiamo è di fondamentale importanza” e per questo bisogna dire “No alla guerra delle parole e alla guerra delle immagini”. Il Pontefice, riprendendo il suo primo discorso dalla Loggia della Basilica di San Pietro nel giorno della sua elezione, ha voluto ribadire quella che sembra essere la prima missione del suo magi-stero. Leone XIV ha infatti esortato i media a “disarmare le parole” per contribuire a “disarmare la Terra”, sottolineando l’importanza di una comunicazione che non sia aggressiva o faziosa, ma che ascolti la voce dei deboli e promuova la dignità umana.
Una pace che, purtroppo, manca tanti angoli del mono: e per questo, poi, ha rivolto il suo pensiero e la sua preghiera a tutti i giornalisti in carcere.
“Ribadiamo la solidarietà della Chiesa ai giornalisti carcerati, per aver cercato di raccontare la verità, e chiediamo la loro liberazione. Coloro che raccontano la guerra, anche a rischio della vita, testimoniano il coraggio di chi difende il diritto dei popoli a essere informati. Solo così possiamo fare scelte libere. La sofferenza di questi giornalisti imprigionati interpella a coscienza delle nazioni e della comunità internazionale”. Un appello alla pace, alla libertà, ma anche alla responsabilità.
Per questo, durante il ringraziamento del Santo Padre a tutti i media che hanno lavorato durante il Conclave – “Grazie per il vostro servizio alla verità. In queste giornate faticose, siete riusciti a narrare la bellezza dell’amore di Cristo che ci fa essere un unico popolo, guidato dal Buon Pastore” ha detto il Pontefice – ha voluto sottolineare che, in questi “tempi difficili” viene richiesto a ciascuno di noi “di non cedere mai alla mediocrità”. Perché, ha voluto ribadire Leone
XIV, non si tratta solamente di fare in-
formazione, ma anche di “creare cul-tura” e “ambienti umani e digitali”. Ed è qui che viene fuori la più gande sfida del nostro tempo, o come la definisce il Papa “una missione oggi ancora più necessaria”: l’intelligenza artificiale.
Una nuova tecnologia dall’immenso potenziale che “richiede responsabilità e discernimento, affinché possa produrre benefici per la società”.
E così, al pubblico della stampa, Papa Leone XIV ha tracciato con chiarezza le direttrici fondamentali del suo pontificato, ponendo particolare enfasi sul tema dell’intelligenza artificiale e al suo impatto profondo che, come tale, sancisce una trasformazione epocale e solleva interrogativi cruciali in merito alla tutela della dignità della persona, alla giustizia sociale e alla sostenibilità del lavoro umano.
Per questo ha voluto ribadire con forza che gli strumenti dell’intelligenza artificiale non devono essere lasciati in balia della logica del profitto o dell’efficienza fine a sé stessa, ma devono essere orientati al bene comune, in modo che i loro frutti siano autenticamente a beneficio dell’intera umanità . Con queste riflessioni, il Pontefice ha delineato una visione del suo magistero fortemente ancorata all’etica e alla responsabilità, in grado di affrontare le sfide del nostro tempo senza rinunciare ai valori fondamentali della tradizione cristiana.
Il suo messaggio è chiaro: solo attraverso un uso consapevole, giusto e solidale delle nuove tecnologie sarà possibile costruire un futuro che rispetti e promuova la dignità di ogni essere umano.
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