Una pizza più piccola, un ritorno al passato per un futuro più sostenibile
Un ritorno agli anni Settanta, quando la pizza era più leggera, più piccola e più digeribile.
Nel mondo dove spesso la quantità viene confusa con la qualità, c’è chi ha deciso di invertire la rotta, partendo da un concetto tanto semplice quanto potente: fare di meno per fare meglio. Nasce a Matera, nel cuore della Basilicata, l’idea di Frugal Pizza, un progetto ideato dal pizzaiolo Antonio Nobile e dal marketing manager Alessandro Martemucci, con l’obiettivo di riportare la pizza alle sue origini autentiche, sia in termini di gusto che di impatto ambientale.
Oggi una pizza standard pesa tra i 500 e i 600 grammi, con un diametro di oltre 30 centimetri. Ma una volta non era così. Negli anni Settanta, infatti, la pizza era più leggera, più piccola e più digeribile: un panetto da 125 grammi che, una volta farcito, arrivava a malapena a 300 grammi, per un diametro di circa 25 cm. Ed è proprio da lì che Frugal Pizza vuole ripartire: non una baby pizza, ma una pizza vera, solo più sostenibile, più sobria, più equilibrata.
“Non vogliamo sostituire la pizza tradizionale,” spiegano i fondatori, “ma affiancare a quella moderna una versione più leggera, da proporre come alternativa consapevole.” L’idea è nata anche per contrastare gli sprechi: chi non ha mai lasciato metà pizza o, peggio ancora, scartato il cornicione dopo pochi morsi? Secondo l’analisi del progetto, queste abitudini sono spesso causate dalla sproporzione tra dimensioni della pizza e reale appetito, ma anche dalla scarsa qualità degli ingredienti o da errori nella preparazione.
La pizza deve farci star bene, non appesantirci. È un piatto semplice, fatto di pochi elementi: impasto, pomodoro, mozzarella, magari qualche oliva o un’acciuga. “Non ha senso caricarla come fosse un buffet,” sottolineano gli ideatori. Riducendo le dimensioni della pizza del 50%, si ridurrebbero anche il consumo di grano e acqua: secondo i dati di Frugal, questo equivarrebbe a un risparmio annuo di circa un milione di tonnellate di grano e 1,5 trilioni di litri d’acqua.
E non è finita qui. Il progetto ha attirato l’attenzione di strutture sanitarie, interessate a proporre la Frugal Pizza come modello di educazione alimentare per combattere l’obesità, sia tra i più piccoli che negli adulti. La visione è chiara: tornare a un passato più sobrio per costruire un futuro più sostenibile. La FAO stessa ha ricevuto il progetto, riconoscendo il valore di un’iniziativa che, se adottata su larga scala, potrebbe contribuire a sfamare intere popolazioni, semplicemente riducendo il nostro spreco di pizza.
Torna alle notizie in home