Esteri

G7, Meloni: “Obiettivo de-escalation ma no a Putin mediatore”

Il nodo delle basi italiane in caso di coinvolgimento Usa: "Decideremo quando accadrà"

di Giovanni Vasso -


L’obiettivo del G7 è la de-escalation ma nessuno è disponibile a concedere al presidente russo Vladimir Putin un ruolo di mediazione tra Israele e Iran: Giorgia Meloni parla a margine della conferenza stampa dell’incontro canadese e spiega le posizioni espresse dai sette grandi sul tema della guerra che sta incendiando il Medio Oriente. E lo fa partendo, tra le altre cose, dalle parole del cancelliere tedesco Friedrich Merz che aveva applaudito a Tel Aviv che “sta facendo il lavoro sporco al posto nostro”.

“Tutti vogliono la de-escalation al G7”

Meloni, a proposito delle parole di Merz, ha affermato: “Andiamo nella direzione di una de-escalation: credo che quello che il cancelliere tedesco volesse dire, anche se non ritengo di dover interpretare le parole degli altri, sia simile a quello che le ho detto io adesso”. Quindi ha spiegato: “Noi sappiamo che oggi c’è una minaccia e che bisogna lavorare per disinnescare quella minaccia. Dopodiché, ovviamente, siamo tutti convinti che quella minaccia vada disinnescata con delle negoziazioni”. Bisogna guardare al contesto che, proprio in queste ore, può cambiare: “Penso che sia possibile oggi uno scenario diverso in cui si arriva a delle negoziazioni e si arriva all’obiettivo che tutti condividiamo, che è la rinuncia da parte dell’Iran a essere una potenza nucleare. E sono d’accordo sul fatto che un Iran come potenza nucleare non sarebbe una minaccia solamente per Israele, sarebbe una minaccia anche per tutti noi. Questo credo sia il senso delle parole di Merz”.

“Putin mediatore? No, grazie”

Il G7 non vuole dare a Putin le “chiavi” del negoziato tra Tel Aviv e Teheran. “Non mi pare ci fosse grande disponibilità da parte di nessuno, francamente, affidare a una nazione in guerra la mediazione su un’altra guerra non mi sembrerebbe proprio l’opzione migliore da prendere in considerazione”, ha dichiarato la premier italiana. Che ha aggiunto: “Dopodiché, insomma, visti i rapporti che Putin ha con gli ayatollah, se vuole convincerli a dismettere il programma nucleare, a meno che non lo sostenga, noi siamo ovviamente disponibili, ecco, da questo punto di vista”.

Tocca ai Paesi arabi

Giorgia Meloni ritiene che un ruolo decisivo debba essere giocato dagli attori regionali del Medio Oriente: “Credo che il ruolo dei Paesi arabi, segnatamente dei Paesi del Golfo, in questa fase nella regione sia un ruolo fondamentale. E credo che noi dobbiamo il più possibile sostenere la responsabilità di questi Paesi nell’aiutarci a trovare una soluzione su Gaza. Quindi, nel caso ci fosse un cessate il fuoco, io ripartirei da lì”: E, su Gaza, ha aggiunto: “Credo sia il momento giusto per ottenere un cessate il fuoco a Gaza, è un obiettivo sul quale ho lavorato molto in questi giorni, è un obiettivo sul quale ho trovato convergenza. Il riferimento a un cessate il fuoco a Gaza è contenuto nella dichiarazione dei leader e sono soddisfatta di questo risultato”.

Il nodo delle basi italiane

La domanda dalle cento pistole, per Giorgia Meloni, è ancora un’altra. E cioè quella relativa alla posizione che l’Italia prenderebbe nel caso di un coinvolgimento diretto da parte degli Stati Uniti nella guerra tra Israele e l’Iran. Insomma, Roma aprirà agli americani le sue basi per garantire appoggi strategici alle forze armate americane? La questione, per la presidente del consiglio italiana, per adesso è prematura: “Questa non è una risposta che posso dare adesso: quando accadrà, ovviamente convocheremo le persone che dobbiamo convocare e prenderemo le nostre decisioni, non è una decisione che si prende così”.


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