Sport

Messi al passo d’addio con il Psg: “Sabato l’ultima partita”

di Giovanni Vasso -


A onta di quanto diceva la grandiosa Audrey Hepburn, Parigi non è sempre una buona idea. E di sicuro non lo è stata per Leo Messi. Che ha vissuto un’annata pericolosamente bipolare. È stato il grande eroe del Qatar, che ha riportato la Coppa del Mondo in Argentina, che ha vinto il Mondiale, consacrandosi finalmente oltre che campione anche leggenda, ai livelli di un mito quale è stato Diego Armando Maradona. Ma è stato anche il bandolero triste di quell’accozzaglia di rutilanti figurine sbrilluccicose messe su alla bell’e meglio dai petrodollari del Psg. La squadra, nemmeno quest’anno, è riuscita neanche ad avvicinarsi all’obiettivo Champions. Per la rabbia disperata di Al Thani. E per la delusione dei supporters del Paris, che, infastiditi dai risultati del club e dalle voci ricorrenti di un possibile ritorno di Leo a Barcellona, hanno osato l’inosabile, cioè sono arrivati persino a fischiare Messi.

Sabato sarà l’ultimo giorno della Pulce a Parigi. Per l’ultima volta Messi scenderà in campo al Parco dei Principi con la casacca bianco-rosso-blù. Lui, fedele a se stesso, tace. È l’allenatore Christophe Galtier ad annunciare la fine di una storia breve, tanto breve quanto amara. “Sabato sarà l’ultima partita al Parc des Princes di Messi. Ho avuto il privilegio di allenare il miglior giocatore della storia del calcio”. A testimonianza della rottura tra l’ambiente e Messi, su cui erano state caricate evidentemente aspettative altissime, Galtier ha chiesto al pubblico rispetto per uno dei giganti del calcio moderno: “Spero che venga accolto nel miglior modo possibile.  Quest’anno è stato un elemento importante, sempre disponibile. Le critiche non le trovo per niente giustificate. Con il Mondiale in mezzo, ha finito la stagione con 21 gol e 20 assist”. Sì, è vero. Ma Parigi, per Messi, non è stata una buona idea.


Torna alle notizie in home