Cultura & Spettacolo

Quell’adorabile (diciamo noi) antipatica (dice lei) Falcetti

di Redazione -


di FRANCESCO URRU
Professionista del mondo della radio e della tv, Il suo senso di coerenza, la sete di verità e la voglia di vivere libera l’hanno portata al successo e resa indispensabile nel mondo giornalismo. Definita dalla sua redazione come “Capo delle galassie”, “Irriducibile” e “Assoluta.” Un’inedita Falcetti si racconta a L’Identità.
Emanuela, il tuo primissimo debutto?
E’ stato con Lo Zecchino d’Oro (ride ndr), ci trovavamo a casa mia o di mia cugina con qualche amichetta, su un tavolinetto e a rotazione cantavamo. Quello professionale è stato con il giornalismo. Negli anni 80 lavoravo in Mondadori, e mi recai a Roma per l’esame di stato come Professionista, era un giovedì. Prima di tornare a Milano chiamarono: “guarda qui c’è uno sciopero, puoi non tornare subito”. Per coincidenza, come l’effetto sliding doors, vicino stavano facendo dei provini Rai per Discoring: cercavano una giornalista. Era un momento storico duro, Baudo faceva interviste a grossi personaggi a Domenica In, i giornalisti Rai montarono una protesta in quanto le interviste dovevano essere realizzate solo da professionisti del mestiere. Io fui presa a Discoring, la deejay era Anna Pettinelli. Nel giro di pochi giorni mi rincorrevano per strada, pensavo volessero scipparmi, tenevo stretta la borsa, non pensavo di essere diventata nota, non volevo fare la star: volevo fare la giornalista, ero a disagio. Dopo due o tre mesi arrivò la conduzione a Sanremo, anche premi e riconoscimenti. Un vero boato.
Hai avuto un mentore che ti ha dato consigli?
Chiedevo “come si fa a non fare brutte figure?” perche’ cerco di essere una perfezionista. I Maestri in Rai mi dissero: “Puoi fare tutto quello che vuoi, se “buchi il video”; di conseguenza iniziai a chiedere come si “buca il video”? Forse è una predisposizione, una magia o alchimia, ce l’hai o non ce l’hai; puoi essere pessima ma se passi il video, hai vinto. Mi venne l’angoscia per questo, pensando di non bucare il video, di non essere capace, deludere tutti. Fortunatamente andò bene. La telecamera decide, un po’ come la radio: sei preparato, hai una bella voce ma non “buchi” il microfono per la radio, non puoi far niente.
Come vivi e vedi il rapporto e la solidarietà tra donne, nel lavoro e fuori?
Sono stata in quasi tutti i canali tv del “globo catodico”, sono andata ovunque, non ho visto particolari alleanze tra donne. Amo l’alleanza dei cuori, le affinità; non credo nella solidarietà di genere, credo in quella trasversale a tutti i generi. Mi sento solidale a chi ha cuore, idee, pensieri, affetto cerco di trovarmi con le persone. Odio le lobby, tutti gli estremismi. Sono divergente anarchica liberale, non ho una tessera politica, sono libera, forse sto un po’ antipatica a tanti.
Hai lo stesso look e lo stesso abbigliamento da sempre, è il marchio “by Emanuela Falcetti?
Mi piace così, il mio modo di vestire è questo, rappresenta il mio essere, lo stare al mondo, con questo taglio di capelli, questa frangetta a forma di elmetto: vestiario bianco e nero. Per me non esiste il grigio, nemmeno nella vista: non sopporto il compromesso. Non tollero nemmeno la sudditanza del parrucchiere’ “vieni prima, vieni dopo”: li taglio io i capelli, anche a mezzanotte (ride, ndr). Sono una disobbediente civile. Mi sono laureata proprio sul diritto alla disobbedienza.
Cosa ti mette allegria o suscita ironia?
Sono Ironica, troppo. Per il gusto di una battuta, capace che mi gioco tutto. Sono dispettosa come una scimmia: provoco ma faccio cose e bricconate divertenti pur di stuzzicare, mi godo la reazione. Ho bisogno di allegria come l’aria intorno per respirare, mi da’ carica. Ho 65 anni, sono libera di invecchiare con la possibilità di fare quello che mi pare: dovessi intervistare qualcuno, che so, mio marito, la persona più’ cara che ho o qualche amico, io non mi fermerei, come fossi un pubblico ministero.
Un consiglio che ti daresti?
Tornando indietro, direi di fare meno: per vent’anni la sveglia ha suonato alle 3,45 del mattino, e facevo 4 programmi al giorno, direi quello che non avevo capito allora: fare 4 figli. Sul presente, lavorare meno e vivere e ridere di più, soffrire meno quando sbaglio, non mi perdono nulla. Anche mangiare di più, visto che sono a dieta da quando sono nata (ride ndr).

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