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Economia

SpaceX quotata in borsa: perché l’IPO di Elon Musk può cambiare l’industria spaziale

di Lino Sasso -


La notizia sta facendo il giro del mondo finanziario e tecnologico: che SpaceX possa essere quotata in borsa non è più solo un’ipotesi lontana. A oltre vent’anni dalla fondazione, l’azienda che ha rivoluzionato l’accesso allo spazio starebbe valutando seriamente una IPO capace di raccogliere oltre 30 miliardi di dollari, secondo indiscrezioni di Bloomberg e PitchBook. Una cifra che porterebbe la valutazione complessiva del gruppo fino a 1.500 miliardi di dollari, un livello mai visto per un’operazione di questo tipo. Fondata nel 2002 da Elon Musk, SpaceX è oggi controllata dal miliardario sudafricano-statunitense insieme a una platea di grandi fondi di investimento. Tra gli azionisti figura anche Alphabet, la holding di Google. L’eventuale quotazione in borsa di SpaceX aprirebbe l’azienda a un bacino di investitori molto più ampio, includendo anche i piccoli risparmiatori, e offrirebbe agli attuali soci una via più agevole per monetizzare le proprie quote.

Tra fondi pubblici e risorse private

Secondo Matthew Kennedy di Renaissance Capital, intervistato dall’AFP, si tratta di un’attività “ad altissima intensità di capitale”. SpaceX, è vero, non ha mai avuto difficoltà a raccogliere fondi sul mercato privato, ma i mercati pubblici garantiscono una profondità e una liquidità decisamente superiori. Un fattore chiave non solo per sostenere gli investimenti, ma anche per facilitare eventuali acquisizioni strategiche. L’IPO arriverebbe in un momento particolarmente favorevole per il settore. L’industria spaziale globale, che nel 2023 valeva circa 630 miliardi di dollari secondo McKinsey e World Economic Forum, potrebbe triplicare entro il 2035. In questo scenario, una SpaceX in Borsa avrebbe un fascino unico: l’azienda domina il mercato dei lanci grazie ai razzi riutilizzabili Falcon, gestisce Starlink – la più grande costellazione satellitare al mondo – e sta sviluppando Starship, il vettore più potente mai costruito.

Il fattore Musk in caso SpaceX sia quotata in borsa

Per Clayton Swope del CSIS, SpaceX rappresenta una sorta di “black swan”: un caso talmente eccezionale da rendere difficile qualsiasi paragone con il resto dell’economia spaziale. Il carisma e il peso mediatico di Elon Musk contribuiscono ulteriormente a questa unicità. Lo stesso Musk ha già dimostrato con Tesla di saper spingere le valutazioni di mercato ben oltre i parametri tradizionali. Resta però una domanda centrale: perché proprio adesso? Per anni Musk ha escluso l’idea di una IPO, soprattutto per preservare la libertà necessaria a perseguire l’obiettivo più ambizioso di SpaceX: la colonizzazione di Marte. Oggi, però, i costi legati allo sviluppo di Starship, ai piani lunari e persino a futuri data center spaziali per l’intelligenza artificiale rendono la nuova liquidità particolarmente allettante.

Il rovescio della medaglia esiste. Una SpaceX quotata in borsa dovrebbe garantire maggiore trasparenza sui ricavi e potrebbe subire pressioni crescenti per generare profitti nel breve termine. Secondo il professor Mason Peck della Cornell University, questo potrebbe limitare temporaneamente l’approccio sperimentale e ad alto rischio che ha finora caratterizzato il successo dell’azienda. Se l’IPO sarà davvero il prossimo passo, il mercato scoprirà presto se l’innovazione radicale di SpaceX è compatibile con le regole della finanza pubblica.


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