Esteri

Svezia e Finlandia nella Nato: le condizioni di Ankara

Secondo la Turchia se Stoccolma e Helsinki vogliono entrare nell’Alleanza atlantica devono smettere di dare asilo ai membri del PKK

di CdG -


La richiesta di Svezia e Finlandia di entrare nella Nato sono uno dei temi che animano in questi giorni la discussione nell’ambito della politica estera. Al momento a frenare le ambizioni dei due Paesi c’è il “no” della Turchia, motivato soprattutto dal fatto che secondo Ankara Stoccolma e Helsinki supportano il Partito dei lavoratori curdi (PKK), formazione indipendentista che per i turchi è un’organizzazione terroristica al pari delle Unità di protezione popolare (YPG) e del Movimento di Fetullah Gulen. Formazioni queste con cui l’Occidente in generale e gli USA in particolare risulta abbiano avuto e continuino tuttora ad avere rapporti abbastanza stretti.
Piuttosto nette, in proposito, le parole di Erdogan, che molto duramente ha definito Finlandia e Svezia come “foresterie per organizzazioni terroristiche”, precisando che proprio per questo la loro adesione alla Nato sarebbe stata un “errore”.
Conformi ma leggermente più morbide di quelle del leader le dichiarazioni Ibrahim Kalin, secondo cui “serve un giro di vite sulle attività terroristiche ospitate soprattutto a Stoccolma”. Nell’intervista a Reuters il portavoce di Erdogan ha chiarito: “Non stiamo chiudendo la porta ma sollevando questo problema” che per la Turchia è “una questione di sicurezza nazionale”.
Durante il vertice Nato in corso a Berlino sicuramente si discuterà della questione. In proposito il ministro degli esteri turco aveva dichiarato nei giorni scorsi che quella atlantica “è un’alleanza e in un’alleanza si è solidali. Svezia e Finlandia stanno supportando i terroristi del PKK, che ci attaccano quotidianamente. E’ inaccettabile che alleati ed amici supportino dei terroristi”. Mevlut Cavusoglu ha poi aggiunto “per questi motivi la maggioranza del popolo turco è contraria e ci sta chiedendo di bloccare l’ingresso nella Nato” dei due Paesi. Il capo della diplomazia di Ankara sembra comunque possibilista e lascia qualche spiraglio di apertura, facendo sapere che della questione “dovremo parlare con i nostri partner”.
Questa sera Cavusoglu incontrerà a cena, tra gli altri, i suoi omologhi svedese e finlandese. E verosimilmente porterà alla loro attenzione il tema in questione. Un tema che potrebbe essere decisivo dato che a quanto sembra Ankara ha intenzione di porlo sul piatto della bilancia in cambio del suo “sì” alla richiesta di adesione alla Nato dei due Paesi scandinavi. Un sì cruciale, dato che per l’ingresso di nuovi membri nell’Alleanza ex art.10 del Trattato istitutivo della stessa occorre un voto unanime dei Paesi che già ne fanno parte.


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