Ambiente

Una domenica al Forte Vigliena, simbolo del degrado di Napoli orientale

di Angelo Vitale -


Dopo il no congiunto dei ministeri della Cultura e dell’Ambiente all’ipotesi di un deposito di gas naturale liquefatto di Edison e Q8 nel porto di Napoli, il Forte Vigliena si conferma l’emblema di Napoli Est, oltraggiata da quella che il docente dell’Università Federico II Rosario Patalano su La Repubblica definisce oggi “una modernità degradante”.

Il Forte è da tempo monumento nazionale e da molto tempo, specie nel passato più recente, nonostante una stagione di rinascita del capoluogo campano, completamente abbandonato. Poco più che rovine. Il 13 giugno 1799 fu teatro dell’episodio tragico e finale della Rivoluzione napoletana, con la battaglia tra i giacobini della Repubblica Partenopea e le forze sanfediste del cardinale Ruffo. Alle quali i primi non si arresero, preferendo farsi esplodere.

Paradossale, quindi, che come abbiamo scritto nelle scorse settimane dopo il niet a Edison e Q8 – L’identità sta seguendo da qualche mese la vicenda – gli stessi ministeri del governo Meloni abbiano “usato” anche la valenza storica del Forte per rendere robusta l’opposizione al deposito di Gnl. Solo l’ennesimo sfregio – dicono i tanti comitati civici in lotta per l’area – ad una zona dimenticata, ove necessitano non solo bonifiche attese da decenni, ma un quadro di intervento che non può solo riassumersi nei propositi pubblicati in una paginetta web del sito del Comune di Napoli.

Domenica 11 giugno, alle ore 10, comitati e associazioni torneranno a riunirsi al Forte di Vigliena, per chiedere il restauro conservativo del monumento e il suo recupero funzionale, la riqualificazione di Vigliena e di tutta l’Area orientale della città di Napoli.

All’evento – L’identità ne verificherà la presenza – sono stati invitati il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e il sindaco Gaetano Manfredi. Ma anche il presidente dell’Autorità di porto Andrea Annunziata e la presidente di Abc Napoli Alessandra Sardu.

Tra i promotori, il Comitato Civico di San Giovanni a Teduccio, l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, la Società Napoletana di Storia Patria, Italia Nostra, Legambiente Napoli Centro Antico, l’Associazione Figli in Famiglia, Medicina Democratica, la Rete Stop Gnl, Libera contro le mafie.


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