Così Leone XIV unisce tradizione e modernità
Domenica scorsa, 25 maggio, in una giornata luminosa e festosa, Papa Leone XIV si è prima recato per una visita di cortesia in Campidoglio, dove ha ricevuto l’omaggio della Città e del sindaco Roberto Gualtieri il quale, rivolgendosi al santo Padre, ha detto che ci sono “tanti traguardi da raggiungere insieme”. In particolar modo, egli ha auspicato insieme alla Chiesa un cammino sui temi universali, per dare cittadinanza a tutti coloro che cercano accoglienza, sottolineando a tal fine: “La città di Roma è pronta ad accompagnarla e saremo suoi alleati e abbiamo grande desiderio di camminare insieme”. Dopo tale visita non ufficiale con le autorità civili della città eterna successivamente, come da programma, il santo Padre si è recato a San Giovanni in Laterano, laddove ha parlato ai numerosi fedeli accorsi. Infatti, dalla Basilica Mater omnium Ecclesiarum, ossia la prima e più importante di tutte le chiese cristiane della nostra città e del mondo, ha potuto rivolgersi al popolo di Dio. Infatti, storicamente, è proprio San Giovanni in Laterano la Cattedrale di Roma e la prima sede Papale. Pertanto, da tale scranno, dove tutti i Pontefici predecessori si sono seduti per prendere possesso della Chiesa di Roma, dove sono passati nei secoli anche numerosi Apostoli, Santi e Martiri. Quindi il 267esimo Pontefice della Chiesa universale di Roma ha formalmente avviato il suo ministero episcopale, abbracciando simbolicamente tutti i fedeli presenti rivolgendosi ad essi, ed all’Urbe, affermando: “Esprimo il desiderio e l’impegno di entrare in questo cantiere così vasto mettendomi, per quanto mi sarà possibile, in ascolto di tutti, per apprendere, comprendere e decidere insieme”. Prosegue il Santo Padre: “Posso assicurarvi che vi amo, che desidero solo entrare al vostro servizio e mettere a disposizione di tutti le mie povere forze, quel poco che ho e che sono” Poco dopo aver varcato la Porta Santa, ad attenderlo c’era il vicario generale per la Diocesi di Roma, il cardinale Baldo Reina. Sempre lui, insieme al Consiglio episcopale diocesano ed a quello dei parroci prefetti, ha concelebrato con il Papa la Messa di insediamento. Inoltre, vi era la preziosa presenza di undici cardinali, con i quali ha concelebrato: “Occupare la cattedra pastorale significa provvedere con amore al gregge di Cristo”, scandisce, “l’onore del pastore è l’onore di tutta la chiesa”. “Colui che è servo dei servi di Dio sarà davvero onorato quando a ciascuno sarà riconosciuto l’onore che gli aspetta”, dice ancora Reina. Da evidenziare ed apprezzare la caratteristica citazione che Leone XIV inserisce all’inizio della sua omelia, affermando: “La tenerezza, la disponibilità al sacrificio e quella capacità di ascolto che permette non solo di soccorrere, ma spesso di prevenire i bisogni e le attese, prima ancora che siano espresse. Sono tratti – dice Papa Leone – che ci auguriamo crescano ovunque nel popolo di Dio, anche qui, nella nostra grande famiglia diocesana: nei fedeli, nei pastori, in me per primo.
Con la presa di possesso delle quattro basiliche papali si può affermare che il pontificato di Leone XIV sia entrato, a pieno titolo, nel vivo. Ora aspettiamo tutti di vedere i primi indirizzi di governo, per capire quale direzione egli intende intraprendere per il governo della chiesa universale. Numerose sono le questioni lasciate in sospeso dal suo predecessore: logico supporre, nonostante sembrerebbe sia cominciata una fase di distensione con i vari organismi della Curia romana, che non si torni indietro dalla stagione delle riforme operate da Francesco. Lo stile sobrio di Prevost dovrà convergere verso un’unità reale e tangibile, non solo di facciata. Non più rinviabile risulta essere il tema del risanamento delle finanze vaticane le quali, da anni, versano in uno stato di gravoso deficit. Seppur da pochi giorni, le linee guida del pontefice americano sembrano chiare. Riuscirà a coniugare tradizione e modernità? I primi segnali sembrano, fin qui, molto incoraggianti.
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