La morte del Brescia Calcio, Cellino chiude anche questa esperienza
Al tramonto il Brescia Calcio dopo 114 anni di storia: è virtualmente fallito a causa della decisione del presidente Massimo Cellino di non pagare gli stipendi e i contributi necessari per l’iscrizione al prossimo campionato professionistico. Cellino non ha rispettato la scadenza odierna per versare circa 3,2 milioni di euro, somma indispensabile per saldare le pendenze economiche del club e permettere l’iscrizione, aprendo così la strada al fallimento della società. Una situazione che si è aggravata con le dimissioni di Stefano Midolo, consigliere con poteri di firma dopo le inibizioni inflitte a Cellino e a suo figlio Edoardo, che ha lasciato il ruolo proprio in queste ore critiche.
La squadra, già retrocessa in Serie C a seguito di penalizzazioni per irregolarità nei pagamenti, rischia così di scomparire dal panorama calcistico professionistico italiano. E Cellino, che fu presidente del Cagliari e del Leeds United, figura assai controversa del panorama calcistico frequentemente coinvolto in vicende giudiziarie, ha dichiarato di non voler più aspettare compratori, in particolare dopo che un gruppo americano non ha voluto anticipare le somme necessarie. Da qui pure una frattura che si preannuncia insanabile con la città di Brescia.
Il capitano della squadra, Bisoli, ha però sottolineato che “il Brescia non è Cellino, il Brescia siamo e saremo sempre solo noi”, esprimendo la speranza che il club possa in qualche modo rinascere.
Sul fronte istituzionale, come spesso accade dove la politica locale punta a rispondere in qualche modo alle domande dei tifosi, la sindaca di Brescia Laura Castelletti ha convocato i presidenti di club locali per valutare la possibilità di creare una nuova società sportiva che possa ripartire dalle serie minori mantenendo la storica denominazione Brescia Calcio 1911, abbandonata da Cellino dopo un contenzioso con la precedente gestione. Sarebbe probabilmente una soluzione, ove praticabile, per non cancellare la storia del calcio in città ma sicuramente non la risposta che, considerati i tempi e le trasformazioni del calcio in Italia e altrove, può accontentare un pubblico esigente.
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