Esteri

A Mosca i funerali di Navalny, tra i cori della folla contro Putin. L’incaricato di Tajani non ammesso alla cerimonia

di Giorgio Brescia -


Una folla consistente, circa tremila persone secondo i primi tentativi di conteggi sui social, ha dato nella periferia sud-orientale di Mosca l’ultimo saluto ad Aleksey Navalny, l’oppositore morto in una colonia penale nell’Artico russo il 16 febbraio. Sostenitori di Navalny che si sono dimostrati noncuranti dell’ampio dispositivo di polizia e dei moniti risuonati ancora oggi dal Cremlino. “Quanti parteciperanno a manifestazioni non autorizzate” dovranno risponderne in base alla legge, aveva dichiarato il portavoce presidenziale russo Dmitri Peskov.

Recarsi presso la chiesa dell’icona della Madonna “allevia le mie pene”, nel quartiere di Maryno, per la cerimonia funebre non era vietato. E neppure andare al cimitero Borisov, un paio di chilometri più in là, dove la bara di Navalny è stata calata nella tomba. A risuonare, le note di My Way di Frank Sinatra seguita dalla sigla finale di Terminator 2, film molto amato dall’avvocato-blogger diventato faro del fronte anti-Putin in Russia.

Sul posto, la gente incolonnata tra due transenne dalla metropolitana alla chiesa e assiepata lungo il percorso tra chiesa e cimitero – due chilometri e mezzo – si è messa a scandire il nome dell’oppositore, ha gettato fiori al passaggio del carro funebre, si è lanciata in cori senza temere l’intervento delle forze di polizia: “non perdoneremo!”, “l’amore è più forte della morte!”. Qualcuno ha osato pure gridare “la Russia sarà libera”. E anche “Russia senza Putin”, nonché qualche isolato “no alla guerra”. Anche il famoso motto di Navalny “Non aveva paura, noi non abbiamo paura” si è levato più volte dalla colonna in marcia dalla chiesa al cimitero.

I più non sono riusciti a entrare in chiesa e nemmeno al cimitero, dove però i cancelli non sono stati sbarrati alle 17 come era stato annunciato e la gente ha continuato ad avvicinarsi alla tomba dopo l’orario di chiusura.

Non ammessi alla cerimonia funebre i diplomatici arrivati a Maryno: tra questi l’ambasciatore americano in Russia Lynne Tracy, l’ambasciatore tedesco Alexander Graf Lambsdorff, l’ambasciatore francese Pierre Levy, oltre all’incaricato d’affari italiano Pietro Sferra Carini. Funerali accompagnati, in molte città della Russia, da piccole azioni commemorative, ogni volta partecipate dagli oppositori di Putin.

“Lyosha, grazie per 26 anni di assoluta felicità. Sì, anche per gli ultimi tre anni di felicità”, ha scritto sui social la vedova Yulia Navalnaya pochi minuti dopo la sepoltura, cui non era presente perché a rischio di arresto in caso di rientro in Russia. “Non so come vivere senza di te, ma cercherò di renderti lassù felice per me e orgoglioso di me. Non so se riuscirò a sopportarlo oppure no, ma ci proverò”. “Dormi tranquillo fratello, non ti preoccupare di nulla”, il messaggio, invece, del fratello Oleg.




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