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C’è la firma per il nuovo contratto per la scuola

Scattano gli aumenti: ecco a quanto ammontano. Tutte le novità dell'intesa sottoscritta all'Aran.

di Cristiana Flaminio -


Firmato il nuovo contratto scuola: c’è il rinnovo del Ccnl per il comparto istruzione, la sottoscrizione dell’intesa è arrivata all’Aran. E riguarderà circa 1,3 milioni di lavoratori tra scuole, università e istituti di ricerca. Tra le novità più interessanti c’è un aumento medio di circa 150 euro su tredici mensilità. Aumenti che potranno arrivare fino a 185 euro per gli insegnanti, a seconda dell’anzianità di servizio e che giungeranno a ben 240 euro al mese per ricercatori e tecnologi.

Nuovo contratto scuola, soddisfatto Zangrillo

Il presidente Aran Antonio Naddeo ha commentato così l’intesa sul nuovo contratto per la scuola: “Con la firma dei contratti di enti locali e istruzione e ricerca completiamo un percorso che coinvolge oltre 1,6 milioni di lavoratori, ossia metà dell’intera platea del settore pubblico, per un impegno complessivo di 4,1 miliardi di euro a regime”. E il ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo spiega: “La firma di questi contratti rappresenta un segnale concreto di attenzione verso chi ogni giorno contribuisce al funzionamento dei servizi pubblici essenziali, alla formazione delle nuove generazioni e allo sviluppo della ricerca scientifica italiana”.

Anief: “Avanti a piccoli passi”

Il presidente Anief Marcello Pacifico ora si prepara al nuovo round di trattative: “È una firma che riguarda, è vero, le risorse ancora del triennio 2022-2024”, ha detto all’agenzia Italpress: “Questa firma ci permette di erogare 1.500 euro di arretrati e di procedere poi verso il nuovo contratto. Perché si è firmato questo contratto? Perché è propedeutico al successivo: c’è un impegno preciso a chiudere la parte economica anche per il triennio 2025-2027, con nuovi aumenti di circa 140 euro dal 2027”. Ma non è tutto perché con il nuovo contratto scuola: “C’è l’impegno a introdurre finalmente i buoni pasto anche per il comparto Istruzione e Ricerca, l’unico ancora escluso. Sono piccoli passi, ma rappresentano un segnale di buona volontà da parte del governo e delle organizzazioni  sindacali per migliorare le condizioni economiche del personale scolastico, sbloccando risorse che da due anni erano congelate”.


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