Cultura & Spettacolo

“Delle cose che accadono” nella Mecca dei collezionisti

di Nicola Santini -


“La nostra psiche è costituita in armonia con la struttura dell’universo, e ciò che accade nel macrocosmo accade egualmente negli infinitesimi e più soggettivi recessi dell’anima.”
Una serie di lavori dedicati allo Zodiaco, segnano una novità nell’opera di Giuseppe Biagi, pittore viareggino che ha già esposto in galleria nel 2019 con la mostra “Delle cose che accadono”, inaugurata proprio ieri nella galleria di Susanna Orlando a Pietrasanta, in occasione dell’ottava edizione della Collector’s night.
L’evento vede l’apertura in contemporanea di più mostre nelle principali gallerie di quella che, proprio per la sua vocazione artistica, Mecca di collezionisti, è stata ribattezzata “La Piccola Atene”.
La sua figurazione estremamente aerea e costruita su un attento studio dei valori cromatici, si confronta con il Cielo, con gli astri che determinano molto spesso le sorti degli uomini, come sappiamo da 3.000 anni in qua.
La divinazione che nasce dall’interpretazione della posizione delle stelle, si chiama Astrologia e fino al 1600 è stata considerata una vera e propria scienza.
Del resto i legami tra micro e macro cosmo sono dei legami che non c’è raziona- lità che possa annullare.

Biagi ha operato con una pittura ad acquerello leggera, per successive velature, aerea da un lato nella rappre- sentazione delle costellazioni corrispondenti ai segni dello zodiaco, dall’altro dando forma ai singoli segni e ai simboli corrispondenti. Ne viene fuori un “tema celeste” in cui gli spettatori vengono letteralmente immer- si attraverso un allestimento immersivo e coinvolgente. La pittura di Biagi si presta perfettamente nel trattare un argomento così familiare che spesso non viene colto nel suo significato più profondo.
Infatti l’artista ha inserito anche elementi provenienti dalla psicoanalisi junghiana. Jung rifiutava l’idea che vi potesse essere un’influenza degli astri di tipo deterministico, ma pensava soprattutto alla sincronicità come spiegazione dei successi dell’astrologia nello stabilire il destino degli uomini e la loro personalità. Ad ogni evento psichico corrisponde un evento naturale, i pianeti hanno un valore che lega gli individui agli archetipi.
La stessa scelta stilistica di Biagi del celeste/azzurro come base di colore per lo zodiaco, corrisponde alla lettura junghiana della ciclicità e della profondità dell’azzurro, simbolo del pensiero, che si addensa e si rarefà a seconda della vicinanza alla terra.
“Astrale” è quindi una serie di opere che conducono il pubblico in un esperienza estetica ma anche psichica, un modo per l’arte di esprimere sintonia con l’universo.
I grandi acquerelli su carta di Giuseppe Biagi invita no a sperimentare la sua pittura fatta di “apparizioni”, di emergenze figurali dallo sfondo dell’opera, in una dimensione aera, lustrale, sottilmente enigmatica.


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