Incidente aereo a Washington, tutti morti. Solo 24 ore prima sfiorata una uguale tragedia
Trapelano nuovi ed inquietanti particolari sul grave incidente aereo che si è verificato mercoledì sera nei cieli sopra l’aeroporto nazionale Ronald Reagan di Washington, coinvolgendo un aereo passeggeri e un elicottero militare Black Hawk. A bordo dell’aereo, un Bombardier CRJ700 della compagnia PSA Airlines dell’American Airlines, si trovavano 64 passeggeri, tutti morti. L’elicottero era parte di una missione dell’esercito statunitense e aveva a bordo tre militari, anche essi morti. Le autorità hanno confermato che lo scontro a mezz’aria è avvenuto intorno alle 21:00, mentre il volo American Airlines 5342 proveniente da Wichita, Kansas, si avvicinava alla fase di atterraggio. Nessun indizio su gesti criminali o ipotesi terroristiche, errore umano il motivo della collisione: l’elicottero ha intercettato la discesa del jet sulla pista.
Subito dopo l’incidente, un’importante operazione di ricerca e salvataggio è stata avviata nel vicino fiume Potomac, coinvolgendo squadre di emergenza, sommozzatori e diverse imbarcazioni, fino a 300 soccorritori. Le rigide condizioni climatiche hanno rappresentato una sfida significativa per i soccorritori: la temperatura dell’acqua del Potomac è prossima allo zero, riducendo drasticamente il tempo di sopravvivenza per chiunque eraa finito in acqua.
Il presidente Donald Trump è stato informato dell’incidente, che ha descritto come una “terribile tragedia”. In una dichiarazione ufficiale, ha espresso solidarietà alle famiglie coinvolte e ha lodato l’impegno dei soccorritori: “Che Dio benedica le anime di coloro coinvolti. Ringrazio i nostri straordinari primi soccorritori per il loro lavoro eroico. Stiamo monitorando attentamente la situazione e forniremo aggiornamenti non appena disponibili”, aggiungendo poco dopo tramite i social che l’incidente era evitabile.
I soccorsi
Le squadre di emergenza hanno lavorato senza sosta, nonostante le difficoltà dettate dal gelo e dalle correnti del fiume. Mentre l’operazione proseguiva, cresceva l’attenzione nazionale per una delle più gravi collisioni aeree nella regione degli ultimi anni. Allarmanti i dati forniti dalle autorità competenti, nel 2024 ci sono stati oltre 300 episodi di “collisioni mancate” ma molto vicine nei cieli degli Stati Uniti.
Le vittime
Il bilancio dell’incidente aereo di Washington è apparso subito pesantissimo. Stando alle prime ricostruzioni, il CRJ-1701 della American si trovava a poco più di cento metri di altitudine e in approccio finale alla pista: pochi secondi prima della collisione la torre di controllo aveva dato istruzioni al Black Hawk militare di passare dietro all’aereo di linea, che era stato dirottato poco prima sulla pista 33 dello scalo, la più corta. A bordo dell’aereo precipitato c’erano diversi atleti e allenatori del pattinaggio Usa. Lo ha reso sono l’US Figure Skating, precisando che il gruppo, composto anche da familiari dei pattinatori, stava ritornando dal National Development Camp, evento che era stato organizzato insieme all’US Figure Skating Championships a Wichita, in Kansas. “Siamo devastati da questa indicibile tragedia e abbiamo le famiglie delle vittime nei nostri cuori – si legge in una nota della federazione di pattinaggio – continuiamo a monitorare la situazione e rilasceremo altre informazioni appena saranno disponibili”.
I media russi hanno poi diffuso la notizia che a bordo dell’aereo c’erano due campioni del mondo, Evgenia Shishkova e Vadim Naumov, primatisti nel 1994 che dal 1998 lavoravano come allenatori negli Stati Uniti.
Almeno 30 corpi recuperati subito. Mentre le ricerche dei corpi e di eventuali sopravvissuti proseguivano durante la notte – scrive l’emittente americana – resti umani e detriti venivano trascinati a riva, sul lato della Virginia del fiume Potomac, aggiungendo che l’aereo si è spezzato in più pezzi e si trova a una profondità di 1,5-2,5 metri.
Un team di sommozzatori ha rinvenuto quella che sembrava essere una delle scatole nere. Non era chiaro se si tratti del registratore vocale della cabina di pilotaggio o quello che memorizza i dati sulle prestazioni dell’aereo. I sommozzatori hanno avuto accesso alla cabina dell’aereo. Tra gli oggetti recuperati, ci sono stati anche i bagagli. L’elicottero era capovolto ma sembra essere per lo più intatto.
Le parole di Trump
“L’elicottero poteva fermarsi, traiettoria sbagliata”: queste le parole del presidente Usa, che ha poi criticato l’amministrazione Obama per la scarsa qualità dei controllori di volo che il tycoon aveva ereditato durante il suo primo mandato alla Casa Bianca, ricordando di essersi dovuto assicurare che fossero di “intelligenza superiore”. L’amministrazione Biden, ha detto, “li ha fatti tornare a livelli più bassi che mai”.
Ritrovata anche la seconda scatola nera
Le due scatole nere legate all’incidente tra un aereo passeggeri e un elicottero militare nei cieli di Washington sono state ritrovate. E poi sono emersi particolari inquietanti circa uno spazio aereo che gli Usa continuano a dichiarare “il migliore del mondo”. Solo 24 ore prima della collisione vicino all’aeroporto nazionale Reagan, un altro jet che stava tentando di atterrare lì ha dovuto effettuare un secondo avvicinamento dopo che un elicottero è apparso vicino alla sua rotta di volo, secondo una registrazione audio del controllo del traffico aereo: l’aereo – il volo Republic Airways 4514 – alla fine è atterrato in sicurezza, come mostrano le mappe di tracciamento del volo.
Ancora 14 dispersi
I sommozzatori che lavorano al recupero delle vittime dell’incidente aereo a Washington, si trovano ad operare in condizioni difficilissime, dal fango denso in cui si muovono a una visibilità prossima allo zero.
Almeno 14 persone risultano ancora disperse dopo il recupero di decine di corpi dei 64 passeggeri che si erano imbarcati a Wichita, Kansas, e che si trovavano sull’aereo che si è scontrato con un elicottero dell’esercito americano che trasportava tre soldati. Le scatole nere sono state ritrovate e le autorità inquirenti sperano in un rapporto preliminare entro un mese di tempo.
Sebbene la fusoliera si trovi in pochi metri d’acqua, le condizioni rendono il recupero difficile, secondo Butch Hendrick, istruttore di salvataggio e fondatore di Lifeguard Systems, un programma di New York per sommozzatori e personale di soccorso.
“Il fango diventa un problema molto grave. La grave mancanza di visibilità fa sì che i subacquei debbano essenzialmente attraversare l’aereo a tastoni. E ora hanno a che fare con una fusoliera fatta a pezzi”. “Ogni metro, ogni quindici centimetri che percorrono c’è un nuovo pericolo anche di infortunio per i sommozzatori. Quindi devono stare estremamente attenti all’interno dell’aereo”, ha aggiunto, mettendo in guardia anche dai rischi di contaminazione dovuti al carburante e ai detriti presenti nel fiume.
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