Cronaca

Spari nel campus: tre morti a Las Vegas, ucciso il killer

La polizia di Las Vegas è intervenuta nella sede della University of Nevada dopo aver ricevuto un allarme per una sparatoria (alle 11.45 ora locale, le 20.45 di mercoledì in Italia, ndr): il bilancio è di tre morti. L’ateneo aveva pubblicato su X segnalazioni di spari nel campus, invitando gli studenti a “correre, nascondersi, combattere”. La sparatoria nell’edificio della Beam Hall, che ospita la facoltà di Economia. I servizi di sicurezza privata del campus universitario hanno collaborato con gli agenti mettendo in sicurezza tutti gli edifici, che ospitano circa 3mila studenti, tutti controllati ed evacuati.

L’attentatore, un uomo sulla sessantina, pare un ex professore, è stato ucciso dagli agenti nello scontro a fuoco. L’allarme ha generato il via di un piano di emergenza che ha interessato il vicino aeroporto Harry Reid, il cui funzionamento è stato parzialmente bloccato: sospesi i voli in partenza per l’Ovest degli Stati Uniti, ritardato l’atterraggio di quelli in arrivo nello scalo.

La stella del basket, giocatore dei Los Angeles Lakers, LeBron James, già in passato autore di commenti negativi sull’uso delle armi negli Stati Uniti, sulla sparatoria di Las Vegas ha detto: “Le mie condoglianze alle famiglie che hanno perso i propri cari. L’argomento armi in America merita una approfondita analisi. Siamo sempre alla stessa storia, agli stessi dibattiti ogni volta che succede un episodio del genere. Però continua a succedere”. Il campus luogo della sparatoria si trova a tre chilometri circa dalla T-Mobile Arena ove quattro squadre sono arrivate proprio nelle ore della vicenda per prepararsi alla finale a 4 della Coppa Nba.

Nell’ottobre del 2017, a Las Vegas, una delle più gravi sparatorie degli Stati Uniti. Avvenne a Paradise, durante un concerto fra le strade di Las Vegas Strip: un uomo sparò tra la folla con armi di precisione uccidendo 60 persone. Lui stesso fu ucciso dalla polizia. I feriti furono 851.