Politica

PRIMA PAGINA – Il piano Moratti per “scalare” Fi dopo Silvio spacca il partito

di Domenico Pecile -


Un laboratorio politico? Lo si può definire come si vuole, ma di certo rappresenterebbe una novità anche sul piano internazionale, con una troika in rosa a guidare i partiti cardine dei tre schieramenti italiani: destra, sinistra, centro. Accanto a Giorgia Meloni, che guida Fratelli d’Italia, a Elly Schlein a capo del Partito democratico, spunta infatti adesso il nome di Letizia Moratti intenzionata a bruciare i tempi per scalare il vertice del partito. Una vicenda che fino a qualche giorno fa era stata confinata nella fantapolitica, ma che giorno dopo giorno sta assumendo i contorni reali di una strategia destinata a ridisegnare gli assetti interni di Forza Italia. Con la Moratti, appunto, in cabina di regia. Ormai, infatti, è più di una voce quella che dà l’ex vice presidente della Regione Lombardia come possibile acquirente del debito di Forza Italia, stimato in circa 90 milioni di euro. Non è un mistero che questo debito rappresenti per gli eredi dell’ex premier un fardello tanto fastidioso economicamente quanto ingombrante sotto il profilo politico visto che la vera mission dalla Famiglia Berlusconi pare essere Mediaset.


Negli ambienti politici romani si assicura che la Moratti sarebbe pronta ad acquisire il 30% del debito. Ma stando a fonti interne a Forza Italia qualcuno assicura che la Moratti potrebbe acquisire l’intero importo. Come dire, insomma, che lei potrebbe diventare quasi padrona del partito. Comunque sia, si tratterebbe di un’operazione destinata a ripercuotersi inevitabilmente dentro il partito, costringendolo a ridefinendo le strategie e a rivedere gli equilibri interni. Equilibri che hanno già subito un primo, importante scossone con la consegna del testimone di vicepresidente del Senato da Maurizio Gasparri a Licia Ronzulli, che non ha ancora un rapporto idilliaco né con il premier Giorgia Meloni, né con la famiglia Berlusconi.
Ma c‘è di più. L’artefice del ritorno all’ovile della Moratti – dopo l’infatuazione, mai peraltro sfociata in amore, con Italia viva di Matteo Renzi e con il Terzo polo, innamoramento fugace innescato dalla sua bocciatura a candidarsi alla guida della Regione Lombardia – sarebbe l’attuale padre-padrone del partito: il vice premier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Una manovra politica che starebbe perseguendo sia per sgravarsi – in qualità di monarca reggente – dai troppi impegni che il partito gli assorbe sia, soprattutto, per corroborare l’anima liberale e moderata del partito più volte puntellata in queste ultime settimane facendo voti di grande fedeltà ai Popolari europei e stigmatizzando a ripetizione le fughe in avanti in chiave sovranista dell’alleato-nemico Matteo Salvini. Tajani potrebbe accordarsi, a debito onorato con la famiglia Berlusconi, con la stessa Moratti con un ticket che blinderebbe definitivamente Forza Italia: lui segretario, lei presidente. A quel punto alla rediviva Ronzulli non resterebbe che benedire quel patto, cercando di entrare, possibilmente dalla porta, nella stanza dei bottoni azzurra.
Il partito in queste ore è in fibrillazione. Bocche cucite. Qualche tenue smentita. Qualche tentativo di minimizzare il piano con l’obiettivo, improbabile, di farlo saltare. “Chi vuoi che si sobbarchi quell’onere, il partito non è un’azienda”, sibila un senatore irritato dal terremoto in vista. Che potrebbe innescare uno sciame sismico in grado di rafforzare l’anima liberale di Forza Italia che da qualche settimana viene data in costante recupero elettorale e che sta facendo sentire il fiato sul collo della Lega per diventare il secondo socio di maggioranza del centro destra. Tajani, Moratti e Ronzulli potrebbero aprire una sorta di cantiere per federare un gruppo più forte dove potrebbe esserci posto anche per il sogno centrista di Matteo Renzi.


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