Cultura & Spettacolo

Caterina Murino, madrina a Venezia: “Vicina al mio mito”

di Redazione -


Caterina Murino: brava, bellissima, impegnata, generosa. Con un sogno nel cassetto che oggi le è vicino: “Un film con Jane Campion, visto che il suo Lezioni di piano è uno dei miei preferiti”

di TOMMASO MARTINELLI

Da bambina avrebbe voluto diventare un medico. Il destino, però, ha riservato ben altra strada a Caterina Murino, attrice affermata che in questi giorni sta ricoprendo il ruolo di Madrina al Festival del Cinema di Venezia. Emozionata ed entusiasta come agli esordi, Caterina, che vedremo su Sky nella quinta stagione della serie poliziesca francese “Balthazar”, al cinema nei film “Good Vibes” di Janet De Nardis e accanto a Vincent Cassel nel musical “The Opera!” e poi a teatro a Parigi con “Trappola per un uomo solo”, si racconta a L’Identità.
Caterina, che effetto ti fa essere stata scelta come madrina della Mostra del Cinema di Venezia?
Sarà scontata come risposta ma la verità è che quando me lo hanno comunicato ho provato una grandissima emozione. Ero letteralmente al settimo cielo, così come lo sono in questi giorni che il Festival del cinema è finalmente iniziato ed è bello lasciarsi trasportare dalla magia di quella che, ancora oggi, resta una delle manifestazioni legate alla settima arte più importante in tutto il mondo. Sono davvero grata a chi ha pensato a me per questo ruolo, il direttore Alberto Barbera e il suo enourage. Vi confesso, però, che al termine Madrina preferisco quello di “Padrona di casa” (sorride, ndr).
Come mai?
Perché “Padrona di casa”, mi sembra molto più accogliente e mi fa subito pensare a me che, quando mi trovo effettivamente nella mia casa, mi piace occuparmi di tutto e di più, sia delle varie cose da fare che delle persone che mi circondano.
Chi è stata la prima persona che hai chiamato non appena ti hanno comunicato questa tua nuova avventura nel mondo del cinema?
Purtroppo non ho potuto chiamare subito le persone a me più care per poter urlare di gioia ma ho dovuto aspettare ben dieci giorni. Una volta passato quel lasso di tempo, naturalmente ho potuto telefonare a mia madre. Ricordo ancora che gliel’ho detto alle 8 del mattino e inizialmente non aveva neanche capito. Poi, quando ha finalmente realizzato che la madrina di questa ottantesima edizione del Festival sarei stata proprio io, è stata enormemente felice.
Tua mamma è qui a Venezia, in questi giorni del Festival, assieme a te?
No, i miei genitori non se la sono sentita di essere sotto i riflettori in questi giorni. Però, ogni volta che nel corso dei vari eventi e nel corso delle varie interviste, dedicherò un pensiero o semplicemente un saluto a chi ci sta vedendo da casa, ovviamente loro due saranno i primi a cui mi rivolgerò.
E il tuo compagno, l’avvocato francese Edouard Riguad?
Sì, lui c’è. E ho notato che si sta anche impegnando per imparare un po’ di più la lingua italiana (ride, ndr).
Nel corso della tua carriera hai spesso prestato la tua immagine al sostegno di campagne benefiche…
Purtroppo ci sono tanti disagi nel mondo e mi piacerebbe poter far qualcosa per ciascuno di essi. Per quanto riguarda le mie più grandi soddisfazioni raccolte in questo settore, non potrò mai dimenticare quando sono stata con l’AMREF in Africa, con cui continuo ancora oggi a collaborare perché si tratta di una delle associazioni più valide e trasparenti, che si impegna a portare in Africa educazione e salute. Perché senza questi due elementi, una società non può sopravvivere. Quel viaggio è stato emozionante quanto doloroso. E sono fiera di essere anche un’appassionata sostenitrice dei diritti degli animali.
Una volta finito il Festival, il prossimo 15 settembre, festeggerai il tuo quarantaseiesimo compleanno. Un bilancio?
Come artista, spero che il mio mestiere si riveli longevo e che continui a regalarmi dei bellissimi ruoli anche quando sarò più in là con gli anni. In linea di massima, non faccio bilanci: spero semplicemente di avere la possibilità di continuare a migliorarmi come artista. Per il resto, posso già anticiparvi che il 15 settembre lo festeggerò a Parigi, sul palcoscenico, visto che il giorno prima sarà iniziata il tour dello spettacolo Trappola per un uomo solo.
E un bilancio come donna?
Come essere umano spero di poter essere sempre meglio di come sono oggi e di poter essere sempre all’ascolto di tutto quello che succede nel mondo senza tapparmi gli occhi per pensare solO a quello che mi riguarda. Quando ho saputo che avrei incontrato la Campion ho provato un’emozione incredibile.


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