Cronaca

Il vaticano riapre il caso Orlandi

di Maurizio Zoppi -


 

Ci sono voluti 40 anni per far riaprire l’inchiesta della piccola Emanuela Orlandi. A pochi giorni dei funerali di Papa Benedetto XVI, la magistratura Vaticana ha deciso di riaprire il caso e ha dato il via a nuove indagini. La decisione presa dalla magistratura pontificia supporta la volontà di trovare la verità sul caso della quindicenne. Negli ultimi tempi, alle informazioni già ottenute in passato, si sono aggiunte nuove rivelazioni, come quelle presenti negli audio inediti risalenti al 2009 e la lettera inviata al fratello di Emanuela, Pietro, da Ali Agca, l’uomo che ha sparato a Papa Wojtyla. “Papa Ratzinger non ha avuto nessuna responsabilità nel mistero del rapimento di Emanuela Orlandi. Tuttavia, lui avrebbe potuto liberarla, se avesse deciso di farlo durante il suo pontificato”. Ha affermato Agca tempo fa ai giornali. “Io continuo a pensare che Ratzinger fosse a conoscenza dei fatti visto che all’epoca era pressappoco il braccio destro di Wojtyla. Eppure, non ha mai detto una parola di solidarietà su Emanuela, nonostante i tanti nostri appelli. Non ci ha mai ricevuto, in questa vicenda è stato un po’ pilatesco, nel senso che se ne è lavato le mani, io non sono mai riuscito ad avvicinarlo. Chissà che magari non abbia lasciato due righe per la famiglia, che arrivassero all’improvviso. Non si sa mai, magari”. Afferma il fratello di Emanuela Orlandi. La giovane ragazza, la quale era residente con la sua famiglia in Vaticano, è scomparsa a Roma il 22 giugno 1983, all’età di 15 anni. Ma secondo il fratello alcune verità scomode sono state nascoste in tutti questi anni. Verità che per alcune “malelingue” sono nascoste proprio in Vaticano. E proprio in questo periodo di forte tensione mediatica sul caso Orlandi, grazie anche all’audio shock che cattura le sconvolgenti dichiarazioni di un ex bandito della Magliana, è stata avanzata una proposta di legge per l’istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta. Qualche tempo fa, l’ex procuratore capo di Roma, Giancarlo Capaldo, ha fatto riferimento ad una vera e propria trattativa segreta relativa alla scomparsa di Emanuela Orlandi e alla sepoltura di Enrico De Pedis, della banda della Magliana. In una trasmissione televisiva, ha parlato di nuovi elementi da comunicare nelle opportune sedi. Sembrerebbe che all’ex procuratore, quando era titolare dell’inchiesta relativa alla scomparsa della Orlandi, alcuni esponenti vaticani avrebbero chiesto di eliminare l’attenzione negativa che la stampa riservava allo Stato pontificio e, anzi, di aprire la tomba di De Pedis per eliminare qualsiasi collegamento. Nel frattempo Piero Orlandi ha annunciato un sit-in per il 14 gennaio a Roma, giorno in cui Emanuela avrebbe compiuto 55 anni. Il manifesto scelto è emblematico: raffigura i tre ultimi pontefici, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco, riuniti da una frase: “Il silenzio li ha resi complici”.

Torna alle notizie in home