Adesso è ufficiale: siamo fuori dalla pandemia Covid lo dice anche l’Istat. Non è una grossa novità ma a darne il crisma definitivo è il fatto che l’Istat stessa abbia deciso di aggiornare il paniere espungendo i test Covid. Entrano, nel paniere, i coni gelato e lo speck, le camere d’aria per la bicicletta (che fanno sempre vintage), le lampade da soffitto e, per la gioia di Bruno Barbieri, ci sarà anche il topper da materasso. In totale, i prodotti presi in considerazione passano a 1.923 suddivisi in 424 aggregati. Serviranno a valutare l’andamento dei prezzi e dell’inflazione. Che, a gennaio, è salita. I numeri pubblicati ieri dall’Istat riferiscono che a gennaio si è registrato un aumento dello 0,6% su base mensile che porta il trend annuale all’1,5% rispetto all’1,3 di dicembre. A trainare gli aumenti sono stati i rincari delle bollette e la salita dei prezzi legati ai beni alimentari. Per ora, tutto sommato, l’inflazione regge. Occorrerà capire cosa accadrà nei prossimi mesi a fronte della crisi energetica che ha rialzato la testa dopo lo stop al gasdotto russo in Ucraina. I numeri, in Europa, sono molto simili almeno negli andamenti. Eurostat ha riferito che l’inflazione nell’area euro è salita di un decimale passando dal 2,4 per cento di dicembre al 2,5% a gennaio. Resta stabile, però, l’inflazione core, valutata al netto di cibo, energia, alcol e tabacchi che risulta stabile al 2,7%. Cifre importanti perché, al momento, conforterebbero le analisi Bce e non costringerebbero il board di Francoforte a fermare la discesa dei tassi innescata, già da qualche mese, dalla governatrice Christine Lagarde e dagli stessi consiglieri della banca centrale europea.