Esteri

Biden: “Niente armi se Israele attacca Rafah”, Trump: “Sta coi terroristi”

di Giovanni Vasso -


Joe Biden negherà le armi a Israele se Netanyahu disporrà l’invasione a Rafah. E Trump lo attacca: “Ora sta coi terroristi”. Il presidente americano, intervistato dalla Cnn, ha affermato che “a Gaza sono stati uccisi civili a causa di queste bombe”, quelle inviate dagli Usa a Israele, poi Biden ha dichiarato: “Ho chiarito che se vanno a Rafah, e non ci sono ancora andati, se ci vanno non fornirò le armi che hanno utilizzato per operare nelle città”.

Le parole dell’inquilino della Casa Bianca hanno sollevato l’ennesimo vespaio di polemiche. Intanto in Israele dove l’opposizione ha trovato nuovi argomenti da sbattere sull’arena del dibattito pubblico. Il capo della minoranza, Yair Lapid, le ha suonate a Netanyahu affermando che lo stop paventato da Biden in caso di attacco a Rafah rappresenta “la gestione fallita del governo” dell’intera vicenda. Chiaramente, però, il tema è entrato dentro allo scontro politico americano. Biden, da un lato, è stretto dalla protesta dei campus e degli universitari, che da settimane stanno manifestando contro le armi a Israele e a favore della Palestina. Ma dall’altra parte della barricata, insorge Donald Trump. Il tycoon approfitta della classica e unica fava per acchiappare due piccioni. Da un lato attacca il rivale Biden, dall’altro stigmatizza il movimentismo studentesco. In un post sul suo social Truth, Trump tuona: “Hamas ha assassinato migliaia di civili innocenti, compresi bambini, e tiene in ostaggio americani, ammesso che siano vivi, ma il corrotto (si riferisce chiaramente a Biden ndr) sta proprio dalla parte di questi terroristi così come sta dalla parte degli estremisti che stanno prendendo il controllo dei nostri campus”. E aggiunge: “Sta guidando il mondo verso la terza guerra mondiale”.

La polemica negli Stati Uniti non accenna a placarsi e polarizza, se possibile ancora di più, lo scontro politico interno che, ormai da anni, è letteralmente spaccato attorno alle posizioni dei contendenti, tra woke da un lato e conservatori dall’altro.


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