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Alla Juventus c’è poco da stare Allegri

di Giovanni Vasso -


Juventus, c’è poco da stare Allegri. Lo Stadium fischia i bianconeri per lo scialbo pareggio contro il Genoa. E il mister, che è da tempo nel mirino di una parte importante del tifo juventino, non ci sta a passare per il capro espiatorio, perde la trebisonda in conferenza stampa e attacca i giornalisti.

Allegri sa che il calcio è uno sport semplice: la lezione di Oronzo Canà, se vinci se un campione altrimenti no. “Tutto è possibile ma c’è il problema che dobbiamo fare i risultati. Il termometro della squadra ce l’ho io durante la settimana, dobbiamo raggiungere l’obiettivo Champions. Siamo in difficoltà e dobbiamo fare meglio possibile ma in questi momenti si può creare confusione”, ha detto il tecnico dopo il match finito 0-0 contro i non irresistibili rossoblù di Gilardino: “C’è stato un po’ di nervosismo per l’importanza della partita con l’obbligo di vincere, siamo partiti bloccati mentre abbiamo fatto un buon secondo tempo in cui non abbiamo concesso tiri in porta. È un momento difficile, ma la prestazione e l’atteggiamento difensivo sono quelli da cui ripartire dopo la sosta”. Non è finita qui. Anzi, adesso viene il bello. A chi gli fa notare che gli ultimi risultati consegnano alla Juve una media choc quasi da parti basse della classifica, Allegri spiega: “Pochi risultati? Mi sembra che siamo terzi, attualmente. Lei sa come si fa l’allenatore? Perché io non so come si fa il giornalista. Non devo andare dietro al pubblico e non mi permetto di dire a lei come si fa il suo lavoro”. E quindi perde la brocca: “E allora perché abbiamo fatti 46 punti nelle prime 19 partite? Cerchiamo di fare il meglio, poi sicuramente faccio errori. Mi faccia una domanda più intelligente e magari rispondo… Siccome io sono un allenatore che lavora per la Juventus, la squadra fa il massimo ma sbagliamo, io per primo. Però non posso andare dietro ad altro, come non ci sono mai andato. Faccio scelte per la squadra, anche sbagliando. La classifica non deve creare imbarazzo, ma solo responsabilità. Mancano 11 punti da fare in 9 partite per un posto in Champions, oggi la prestazione c’è stata e dobbiamo continuare così”. Allegri non ha mai nascosto, facendo infuriare i tifosi che lo vedono come il fumo negli occhi, che l’obiettivo stagionale della Juve è la qualificazione in Champions. E non lo scudetto. E che non lo è stato mai, manco quando la partita con l’Inter sembrava potesse essersi riaperta. Tuttavia, la squadra non ha giocato. La reazione di Dusan Vlahovic che gli è costata il cartellino rosso in pieno recupero, insieme alla desolazione di Federico Chiesa, è un segnale da non sottovalutare. Nemmeno per il tecnico livornese: “Chiesa ha fatto buone cose nel primo tempo, ma in quel momento mi serviva uno tra le linee e Yildiz lo sa fare meglio. Anche Kostic ha fatto bene, ma volevo più tecnica con Iling. Vlahovic? Purtroppo ha sbagliato e la società lo multerà sicuramente, non gli ho detto nulla però”.

Resta aperto il discorso del futuro di Max Allegri sulla panchina della Juventus. Il mister ha un altro anno di contratto ma le voci si affastellano di settimana in settimana. L’obiettivo è la Champions. Ma ora tocca alla società.


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