Recitazione, strumento sociale e di conoscenza (anche) per la coppia
Studi hanno dimostrato che recitare, meglio se in coppia, è una pratica che attiva il corpo e la mente.
Recitare è un verbo che indica un’azione. Originariamente il termine era solo transitivo. Si recitava sempre qualcosa, non era un’azione a sé. Nel ‘600, il verbo diventa anche intransitivo, forse anche grazie alla nascita del professionismo, nel 1545. Si passa quindi da recitare qualcosa a recitare in qualcosa: l’attore esisteva e poteva compiersi in quello che faceva.
C’era dunque un riconoscimento filologico oltre che sociale. Oggi questo termine viene ristretto agli attori, o a chi – citando Eduardo De Filippo – “nella vita recita male”. Indichiamo o un élite o qualcuno che non ci piace: “smettila di recitare!”.
Studi hanno però dimostrato che recitare, meglio se in coppia, è una pratica che attiva il corpo e la mente. Favorisce la sincronizzazione emotiva e cognitiva, costruendo fiducia e intimità. Facilita la rilettura della realtà e aiuta a modulare le emozioni, anche nei conflitti. Uno studio condotto da Kinreich e Feldman, pubblicato su Scientific Reports, ha provato come tra le menti di due partner impegnati in una relazione, avvenga una sincronizzazione tra le onde cerebrali durante un’interazione, di qualsiasi tipo.
Nel 2002, Read Montague e il suo team hanno osservato che la sincronizzazione neurale interpersonale tende a stabilirsi sia durante l’ascolto di storie e la visione di film in coppia; sia con lo sguardo diretto in un compito di attenzione congiunta; e sia cantando in coppia e impegnandosi in giochi cooperativi. Del resto, in molte lingue del mondo, recitazione si traduce con “giocare”. Tutti questi dati, tradotti in termini semplici, indicano una connessione profonda. Come dimostra l’Università di Baylor, in Texas, sul Journal of Marriage and Family: l’attività artistica in coppia favorisce il rilascio dell’ossitocina (spesso chiamata l’ormone dell’amore, è merito suo se sentiamo qualcosa quando guardiamo una persona a cui vogliamo bene).
“Solitamente un corso di arte non viene associato mentalmente all’idea di un appuntamento col partner”, ha detto Karen Melton, prima autrice dello studio, “ma in certi casi, le coppie, fanno in modo di trasformare quest’occasione in un momento di interazione, semplicemente complimentandosi con lui per il buon lavoro”. Metodi consolidati come lo psicodramma di Moreno, che usa corpo, voce e l’azione – che sia in coppia o in gruppo – hanno dimostrato di migliorare il benessere dei soggetti coinvolti. Questo facilita la fiducia reciproca, espone le emozioni e migliora l’autenticità del rapporto. Inoltre, ricerche recenti evidenziano che il multitasking – l’abilità di concentrarsi su più compiti contemporaneamente – riduce la produttività del 40%. La recitazione insegna la presenza. Insegna a stare. Riappropriarsi di se stessi per stare meglio con ciò che ci circonda e, perché no, che amiamo.
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