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Zelensky non transige: “No alla Crimea ai russi, no all’autonomia del Donbass”

Il presidente ucraino, intervenuto a “Porta a Porta”, si è detto comunque disponibile a scambiare prigionieri per salvare i militari asserragliati ad Azovstal

di Federico Cenci -


L’Ucraina non cederà mai la Crimea alla Russia. E nemmeno il Donbass. Anzi, al Donbass non verrà concessa nemmeno una maggiore autonomia. Intervenuto per quasi un’ora alla trasmissione “Porta a Porta” su Raiuno, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, oltre a ringraziare il popolo italiano per la solidarietà e il governo Draghi per l’adesione alle sanzioni, ha fatto esercizio di intransigenza.

“Non ho mai parlato di riconoscere l’indipendenza della Crimea, non la riconosceremo mai come parte della Russia”, ha detto, in quanto “la Crimea ha sempre avuto la sua autonomia, ha uno suo parlamento, ma all’interno dell’Ucraina”. Autonomia che invece Zelensky non intende riconoscere al Donbass, nonostante fosse uno dei punti chiave del Protocollo di Minsk sottoscritto dalle autorità ucraine, da quelle russe e dai rappresentanti delle autoproclamate Repubbliche del Doneck e del Lugansk. “Larga autonomia di cosa?”, ha chiesto retoricamente Zelensky ricordando che nel Donbass “non è rimasto niente” a seguito dei bombardamenti russi. “Noi non riconosceremo mai l’autonomia”, ha quindi ribadito. Del resto, ha proseguito il presidente ucraino, “noi non salviamo la faccia di Putin pagando con i nostri territori”. E questa sua frase ha tutta l’aria di essere una risposta indiretta al presidente francese Emmanuel Macron, che ieri ha invitato a costruire la pace facendo sedere Russia e Ucraina attorno a un tavolo, senza “l’esclusione reciproca” e “nemmeno con l’umiliazione”.

Su un altro punto del Protocollo di Minsk, tuttavia, ovvero lo scambio di prigionieri, Zelensky ospite alla trasmissione di Bruno Vespa è apparso meno intransigente. Ha detto che per salvare gli uomini del battaglione Azov “stiamo facendo tutto il possibile e tutto ciò che dipende da noi va fatto”. Il presidente ucraino ha ricordato che “i civili sono stati portati via dall’acciaieria” di Mariupol, e che “ora la questione sono i soldati”. “Siamo pronti a scambiarli”, ha garantito. Nel lungo intervento alla tv pubblica italiana Zelensky ha parlato anche della Transnistria, definendo “possibile” un attacco russo su questo lembo a forte componente russofona in territorio moldavo ma aggiungendo di non esserne al momento “preoccupato”. Motivo di preoccupazione attuale per Zelensky è piuttosto la crisi alimentare: ha spiegato che le navi ucraine non possono uscire in mare perché altrimenti diventano obiettivo militare russo. “In Africa non ci sarà più pane, ma hanno una coscienza questi?”, si è chiesto riferendosi ai soldati di Mosca.


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