Economia

A conti fatti – Il taglio fantasma, rigore fino al 2026

di Giovanni Vasso -


Un taglio non si nega a nessuno. Specialmente se è da cinque anni che la Bce aumenta sempre il costo del denaro. Così, a giugno, il board leale alla governatrice Christine Lagarde ha scelto di tagliare i tassi. Di uno striminzito 0,25. Meglio che niente. Questo calo consentirà alle famiglie italiane di risparmiare tra i 13 e i 35 euro al mese sulla rata del mutuo. Ma chi aveva immaginato un piano di rientro rimarrà scottato. Chi “conta” davvero ha già parlato. E svelato le strategie che ispireranno l’Eurotower da qui ai prossimi mesi. L’agenzia di rating Standard & Poor’s ritiene che la Bce opererà non più di un taglio a trimestre fino alla fine del 2025. In modo tale da restare in territorio recessivo, ossia con il costo del denaro alto, almeno fino al 2026. Una scelta “benedetta” anche dal Fondo monetario internazionale che predica cautela e di analizzare bene i dati prima di ogni decisione. Ma stavolta zittire le colombe sarà più difficile. Perché la Francia, travolta dai debiti, è nei guai. E non ci sarà austriaco (leggi Holzmann, unico a votare contro il taglio a giugno) che tenga. Parigi trema, Berlino vacilla e l’economia europea non può finire tumulata dall’ideologia del rigore.

L’altra guerra di Jaki. C’è un altro capitolo nella saga Elkann-Agnelli. Non c’è solo mamma Margherita con le sue pretese sull’eredità di nonno Gianni e nonna Mariella, John Elkann ha ingaggiato uno scontro durissimo con il cugino Andrea Agnelli. In poche settimane, Elkann ha liquidato l’ultimo fedelissimo dell’ex presidente, il tecnico Max Allegri, e ha riportato la Juventus in seno all’Eca, il club dell’élite del calcio leale alla Uefa di Aleksandr Ceferin, ex amico, poi arcinemico di Andrea che, nel frattempo, aveva iscritto la Vecchia Signora al club della Superlega.  

Resta tutto in famiglia. In quella, beninteso, più ricca del mondo. Bernard Arnault ha passato al suo figlio Frédéric, 29 anni, la direzione di Agache, la holding della Dynasty francese del lusso e che detiene il 48% di Lvmh, la galassia dell’alta moda che conta su marchi e maison di prestigio come Louis Vuitton, Christian Dior, Tiffany e tante altre. Frédéric si è fatto le ossa alla Tag Heuer e a gennaio scorso era stato già nominato Ceo della divisione Orologi di Lvmh. Ad aprile è entrato nel Cda della stessa azienda.


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