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Caso plusvalenze: il precedente Juve fa tremare il Napoli

di Ivano Tolettini -

AURELIO DE LAURENTIIS PRESIDENTE NAPOLI


La differenza sostanziale tra Napoli e Juventus è che il club partenopeo non è quotato in Borsa, perciò quando la Procura della Repubblica di Torino riversò alla Fgci tutto il materiale probatorio a sua disposizione per le plusvalenze fittizie messe in bilancio dai bianconeri, con le intercettazioni ambientali e telefoniche diventate tombali ai fini sportivi sul comportamento dei dirigenti, il Procuratore federale Giuseppe Chinè si trovò un’autostrada spianata. Come potrebbe succedere a carico del Napoli, nonostante nel 2022 il tribunale Federale avesse prosciolto inizialmente sia la Juventus, che lo stesso sodalizio napoletano. Ma di fronte a nuove prove il fascicolo sportivo venne riaperto contro la Vecchia Signora. E l’altro ieri il Procuratore Chinè ha chiesto i nuovi atti processuali alla Procura di Roma, dopo il deposito della richiesta di rinvio a giudizio per le presunte plusvalenze fittizie appostate in bilancio con gli acquisiti del difensore Kostas Manolas nel 2019 e dell’attaccante Victor Osimhen nel 2019, da parte del presidente partenopeo Aurelio De Laurentis (nella foto). Con questa richiesta è avviata la fase penale che conoscerà il prossimo passaggio tecnico davanti al gup che dovrà pronunciarsi sul rinvio a giudizio, mentre la giustizia sportiva potrebbe avere a disposizione nuovo materiale che potrebbe aggravare la posizione del tesserato De Laurentis e del club. Ricordiamo che nel 2022 il procuratore Chinè aveva chiesto l’inibizione di 11 mesi per De Laurentis, ma i giudici furono di diverso avviso, mentre nel nuovo procedimento saranno messi a sua disposizioni documenti che non erano stati trasmessi dalla Procura della Repubblica perché all’epoca ancora segretati. Tra l’altro, non va mai dimenticato che mentre per la giustizia penale l’imputato per essere condannato il convincimento del giudice deve essere oltre ogni ragionevole dubbio, in ambito sportivo, trattandosi di una giustizia tra privati, prevale il concetto di probabilità. Per questo la Juventus venne penalizzata di 10 punti e perse la partecipazione alle Coppe europee nella stagione 2023/2024.

“FALSO IN BILANCIO” – I Pubblici ministeri Lorenzo Del Giudice e Giorgio Orano di Roma ipotizzano illeciti contabili nel triennio 2019-2021 nella compravendita di Manolas e Osimhen. Di qui il sospetto del falso in bilancio. Il difensore della Roma fu acquistato dal Napoli per 36 milioni di euro e in cambio dopo qualche giorno venne ceduto Amadou Diawara, giovane talento mai sbocciato ora in forza all’Anderlecht, per 21 milioni. Va considerato che nella valutazione di un calciatore c’è la cosiddetta “alea” che è imponderabile, fatto sta che i due giocatori oggetto della compravendita si palesarono un fiasco. Ma da qui a una plusvalenza fasulla ce ne corre. Più complessa è l’operazione Osimhen prelevato dal Lille, perché De Laurentis lo valutò 76,3 milioni. L’esborso fu ridotto di 20 milioni vendendo ai francesi l’esperto portiere Karnezis per 5 milioni (3 presenze dal 2020 al 2022), ma soprattutto i baby calciatori Claudio Manzi (4 milioni), Luigi Liguori (4 milioni) e Ciro Palmieri (7 milioni), che non sono mai approdati al Lille e non hanno mai giocato a un certo livello per giustificare la valutazione astronomica, che per i Pm nasconderebbe una plusvalenza fittizia. Ecco spiegato perché il caso Osimhen puzza sul piano contabile, ma per essere sanzionato dalla giustizia sportiva, dovrebbe emergere dagli atti qualcosa di sospetto – come un documento che attestasse la probabile scorrettezza o un’ambientale – in caso contrario il Napoli a differenza della Juve potrebbe uscirne indenne per il rotto della cuffia. I legali Fabio Fulgeri e Lorenzo Contrada che patrocinano De Laurentis e il club, affermano che “i propri assistiti sono estranei alle contestazioni”, perché la società ha agito in “modo legittimo e rispettoso dei principi contabili, perciò siamo convinti che il procedimento si concluderà positivamente”. Ma un conto è il versante penale – ad esempio Agnelli e gli altri dirigenti devono essere ancora giudicati penalmente, mentre la Juve ha scontato la sanzione sportiva già da oltre un anno -, un altro è il processo davanti alla Corte Federale che potrebbe essere assai celere se dai faldoni messi a disposizione dalla Procura di Roma a quella della Fgci emergessero nuovi fatti censurabili.


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