Nazionale: Fischi all’inno di Israele prima del match, cosa rischia l’Italia
Clima teso allo stadio: ora la FIFA valuta un fascicolo disciplinare. Possibile multa alla FIGC, nessun rischio di penalizzazione sul campo.
Nazionale ancora una volta al centro dell’attenzione internazionale, ma questa volta per vicende che esulano dal terreno di gioco. Prima del fischio d’inizio della sfida valida per le qualificazioni al prossimo Mondiale, una parte del pubblico presente sugli spalti del Bluenergy Stadium di Udine ha accompagnato l’esecuzione dell’inno di Israele con fischi. Un episodio che non è passato inosservato ai delegati FIFA presenti allo stadio e che potrebbe avere conseguenze formali per la Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC).
Fischi all’inno: un gesto contrario allo spirito sportivo
La cerimonia degli inni nazionali è da sempre considerata un momento di rispetto reciproco tra le squadre e i popoli che rappresentano. La delegazione israeliana ha reagito con evidente disappunto alla contestazione di una parte del pubblico italiano. Evitando dichiarazioni ufficiali ma lasciando trapelare irritazione, che non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali ma ha fatto trapelare irritazione. Anche in tribuna stampa si è parlato di episodio “spiacevole” che “non rappresenta la correttezza della maggioranza dei tifosi presenti”.
Possibile indagine FIFA
La procedura disciplinare è chiara. Quando si verificano comportamenti antisportivi da parte dei tifosi, gli ispettori FIFA redigono un rapporto che può sfociare nell’apertura di un procedimento. In questo caso, secondo indiscrezioni provenienti da ambienti federali, il dossier sarebbe già stato trasmesso alla Commissione Disciplinare.
La Nazionale italiana non rischia sanzioni sportive o penalizzazioni in classifica nel caso peggiore, l’Italia potrebbe essere richiamata ufficialmente o multata per il comportamento di una parte del pubblico. Lo scenario più probabile è una sanzione economica a carico della FIGC, come già avvenuto in passato in situazioni simili con altre federazioni europee.
Cosa dicono le norme FIFA
Secondo quanto stabilito dal regolamento FIFA, in particolare dall’Articolo 17 del Codice Disciplinare dedicato a ordine e sicurezza durante le gare, ogni federazione è chiamata a rispondere del comportamento del proprio pubblico, anche quando episodi contestati avvengono sugli spalti. Tra le violazioni sanzionabili rientrano anche i disturbi o atteggiamenti irrispettosi durante l’esecuzione degli inni nazionali.
Lo stesso documento, nel relativo allegato, prevede una sanzione economica minima di 5.000 franchi svizzeri (circa 5.300 euro) in caso di prima infrazione di questo tipo. Un precedente significativo risale al 2021, quando la Federazione Scozzese (SFA) fu multata dalla FIFA per circa 9.000 euro a seguito dei fischi rivolti dai tifosi all’inno israeliano in occasione di una partita di qualificazione ai Mondiali.
Precedenti e possibili conseguenze
A livello internazionale non si tratta purtroppo di un episodio isolato. In passato, episodi analoghi durante inni nazionali hanno spesso portato a richiami disciplinari e multe pecuniarie. Questo tipo di sanzioni è concepito per ribadire la necessità di mantenere un clima di rispetto tra le nazioni, soprattutto in competizioni globali.
Nonostante l’episodio, solo una piccola frangia del pubblico ha tenuto un comportamento antisportivo. La FIGC ha preso le distanze dall’accaduto, giudicando l’episodio “contrario ai valori di correttezza e ospitalità che il calcio italiano deve rappresentare”.
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